H. Küng, Perché un’etica mondiale? Religione ed etica in tempi di globalizzazione, Queriniana 2004, 198 pp., E 16,50 .
Ormai esistono molti testi sul tema della globalizzazione, quale fenomeno politico, economico, militare, ecc. Fra i tanti approcci più innovativo appare quello che mette al centro la religione, non solo come dato sociale, ma come verità religiosa. Il noto teologo H. Küng – perito conciliare durante il Vaticano II, forte di una bibliografia sterminata - è fra i personaggi più attivi nell’affrontare le sfide del nostro tempo secondo tale ottica.
Come egli stesso racconta in questa lunga intervista, già all’inizio dei suoi studi teologici si confronta con il tema della salvezza fuori della chiesa, già intravedendo la problematica dell’incontro interreligioso. Proprio durante il concilio continuò ad occuparsi dell’ecumenismo, per passare durante il decennio successivo ai fondamenti della fede cristiana. Dopo essere stato sollevato dall’insegnamento – per aver criticato Giovanni Paolo II – si è ancor più dedicato ai fondamenti delle maggiori religioni, affermando già nel 1984 l’idea della pace fra le religioni come base della pace fra le nazioni. Questo filone dei suoi studi prosegue ancora oggi; negli anni ’90 sono comparsi i suoi libri sull’ebraismo e sul cristianesimo, mentre si attende ancora quello dedicato all’Islam (l’intento dello studioso è di offrire una serie di contributi per ognuna delle grandi tradizioni religiose: confucianesimo, buddismo, induismo…). A tale attività intellettuale l’autore affianca un’instancabile militanza di animazione di esperienze di dialogo fra culture e religioni, condotta nell’ambito di istituzioni quali l’UNESCO e l’ONU e attraverso la Fondazione Weltethos (“etica mondiale”), creata dallo stesso Küng per lo stesso scopo: intensificare la comprensione reciproca fino ad una piattaforma di valori universali, aperta anche ai non credenti . Tanto che alla fine del libro ci imbattiamo ne La Dichiarazione sull’etica mondiale del Parlamento delle religioni mondiali, sottoscritta il 4 settembre 1993 da più di 200 delegati in rappresentanza delle maggiori confessioni.
Forte di questa grande apertura universalista, delle sue molteplici esperienze di viaggio, il teologo si esprime su vari problemi di attualità: dallo stato odierno della chiesa all’Islam, dal fanatismo ai diritti umani, da Buddha all’11 settembre. Forse proprio questo suo vedere le cose dall’alto lo spinge nella direzione di un incrollabile ottimismo, talvolta francamente sorprendente.
Un libro agile ma ricco dallo stile piacevole e trasparente; una voce che gli ideologi dello scontro di civiltà, alla Huntington, farebbero bene a non ignorare.
Il sito della casa editrice Queriniana,
che pubblica in Italia molte delle opere di Küng: