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Arte dei popoli • Arts des peuples

Les arts tiennent une place centrale dans l'idée de culture. Cet espace est consacré aux arts des peuples européens .

Uno spazio dedicato all’arte, che della cultura è ingrediente principale, tanto che spesso arte e cultura si identificano, assume in questa rivista una particolare rilevanza: Riflettiamo dunque sulla creatività come risposta alle situazioni difficili che purtroppo non mancano mai né dentro di noi né nel mondo che ci circonda.
 


SEBASTIÃO SALGADO TERRITOIRES ET VIES (C. Palermo)

  •  Un omaggio alle diversità: così potrebbe essere definita l'opera fotografica di Sebastiao Salgado. In quello che è stato l'anno del Brasile, la Galleria Fotografica della Biblioteca Nazionale di Parigi ha allestito Territoires et vies, un lavoro che il fotografo brasiliano ha incentrato sull’evoluzione di terre e popoli. Alla ricerca estetica che ha caratterizzato tutta l'opera di Salgado, qui era associata un’indagine sull’uomo nel suo ambiente: territori, paesaggi, società come ritratti di un’evoluzione che è mostrata nei suoi contrasti.

    Cambiamenti e ripercussioni storiche degli interventi dell’uomo sul suo ambiente sono i protagonisti di queste nuove immagini dell'artista, testimoni delle differenze di culture “a confine”, con uno sguardo rispettoso della dignità e della sofferenza proprie della natura umana. I sentieri esplorati da Salgado mostrano legami ancestrali tra uomo e territorio, una ricchezza che riscopriamo con stupore, una osservazione acuta sul senso dell’evoluzione del mondo.
    Il viaggio proposto in Territoires et vies inizia nelle Galapagos dove la natura è ritratta nei suoi angoli ancora incontaminati. L’estetica del gioco di forme di un’iguana che si mimetizza nel suo ambiente, si unisce alla testimonianza di una ricchezza dimenticata che riemerge attraverso queste fotografie con uno sguardo diverso. Le forme, il bianco e nero, i giochi di sfumature catturano la nostra attenzione astraendoci da qualsiasi contesto e allo stesso tempo l’immagine rinvia ad un contenuto e lancia un messaggio. Segue questa direzione la presentazione nella stessa sala di altre foto che ritraggono una balena in Patagonia. Anche qui i riflessi e il gioco di luci dello scenario costituiscono un motivo estetico ma allo stesso tempo ricordano qualcosa che rischia di scomparire. La stessa natura incontaminata è descritta con la vegetazione di un lago o con l’eruzione di un vulcano. La forza della terra è esplorata come fonte inesauribile di forme.


    Nella seconda sala sono presentati ritratti di comunità religiose diverse, cerimonie, feste del folklore brasiliano. La partecipazione della popolazione al rito religioso è viva, e avviene nella fusione dell’uomo con il suo ambiente. Il rito lascia emergere il legame ancestrale dell’uomo con la terra e con il ritmo della vita. La stessa fusione di uomo e natura viene ritratta nel villaggio di indiani, dove uomini e animali sono immersi in una vegetazione inviolata. I paesaggi dell’Amazzonia in altre fotografie sono mostrati, attraverso riflessi e giochi di luci, che esprimono l’incanto prodotto dal vigore della vegetazione.

    Il progetto di Salgado è ritrarre il contrasto tra questi ambienti e i territori che diventano lo scenario dell’evoluzione umana e delle sue contraddizioni. La diffusione di megalopoli, l’esodo rurale e le condizioni di vita di donne e uomini in paesi in via di sviluppo, sono i soggetti del suo lavoro. Cantieri di carbone in India diventano lo scenario per fotografie che ci catturano in un labirinto di linee: il paesaggio è un intersecarsi di figure geometriche costituite dalla struttura del cantiere. Lo sguardo dello spettatore si perde nel mistero degli abiti indossati dalle donne ritratte su questi cantieri, nel mistero dei loro sguardi. Allo stesso tempo i visi coperti di carbone ci mostrano le condizioni di lavoro degli operai. Lo stesso scenario è sempre la fonte di valori plastici e di un’immagine che lancia un messaggio sociale. L’attenzione è catturata dalle ambiguità che restano non decifrate e nello stesso tempo avviene la percezione di un contenuto che non può lasciare indifferenti. La degradazione e le epidemie sono testimoniate da altre foto che riguardano l’Africa. La povertà, la malnutrizione e la morte sono ritratte senza mediazioni. La disperazione e la sofferenza dei rifugiati di un campo in Eritrea rendono memoria al dolore e ai conflitti messi ai margini dall’attenzione comune.

    Il viaggio di Salgado percorre ancora diverse megalopoli affrontando le loro contraddizioni. Instambul, Il Cairo, Bombay, San Paolo offrono le immagini dimenticate dei loro quartieri popolari. La grandezza delle capitali, dei loro edifici imponenti, è confrontata alla loro povertà, al problema dell’esodo rurale. L’impianto del progetto resta estetico quanto sociale nell’incontro del mare della Sicilia o nella regione della Galizia in Spagna. Le comunità di pescatori ritratte da Salgado realizzano ancora una forma di economia che vive del rispetto della natura e lo sguardo dell’autore avverte della minaccia della loro scomparsa. L’ultima sala si chiude sui “combattenti del fuoco” e sui giacimenti di petrolio su cui lavorano in Kuwait. Getti di petrolio provocano incendi che operai chiamati appunto, i combattenti del fuoco, cercano di placare con un lavoro infaticabile che dura spesso anche più di un anno.

    Torna in queste immagini l'impegno politico che è stata una costante dell'artista nato in Brasile nel 1944 ed attualmente residente a Parigi, città nella quale ha conseguito un dottorato in Economia. La fotografia è stata per Salgado una passione che si è accesa in seguito ad una missione svolta in Africa per le Nazioni Unite. Toccato dall’esperienza, nel 1973 Salgado decide di dedicarsi completamente alle immagini di reportage, abbandonando presto i lavori più effimeri per occuparsi di progetti di lungo termine. In Francia raggiunge le agenzie Sygma, Gamma e infine Magnum, prima di creare la propria, Amazonas Images, nel 1994. I suoi libri e le sue mostre, tra cui: Sahel: l’homme en detresse (Sahel, l’uomo in pericolo) del 1986, realizzato con Medici senza frontiere per sostenere la loro azione, Exodes (Esodi) e Les Enfants de l’exode (I bambini dell’esodo) del 2000, lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Territoires et vies è l'ultimo tassello di un percorso fotografico che, attraverso un caratteristico vibrare di luci e ombre, un bianco e nero pastoso e denso, porta allo spettatore un messaggio etico oltre che estetico. Il compito della fotografia è rendere visibile e per Salgado diventa rendere visibile la differenza, la situazione che è al margine e all’interno della comunità. Questa è la direzione di ogni suo progetto, il suo lavoro è omaggio alle diversità.

    Chiara PALERMO

    Link

    Link della mostra:
    http://www.bnf.fr/pages/cultpubl/exposition_403.htm


Tutti gli articoli

  • Introduzione alla Rubrica


    Uno spazio dedicato all’arte, che della cultura è ingrediente principale, tanto che spesso arte e cultura si identificano, assume in questa rivista una particolare rilevanza. Fatti quindi i migliori auguri a «Culture a Confine» e detto che per me è un onore essere stato chiamato a far parte della squadra, vorrei subito spendere due parole su un argomento di cui in questo momento mi preme molto parlare: la creatività come risposta alle situazioni difficili che purtroppo non mancano mai né dentro di noi né nel mondo che ci circonda.
  • LETTERATURA E MULTICULTURALISMO : IL CANONE / LITTERATURE ET MULTICULTURALISME : LE CANON (M. Bortolon)


    Le grandi opere d'arte sono universali. Quasi tutti sottoscriverebbero tale affermazione, almeno in teoria; come negare la portata universale del Faust di Goethe (forse l'europeo più tradotto negli altri continenti, a parte Omero e la Bibbia), dei drammi shakespeariani, di Joyce e Dante?

    Les grandes œuvres d’art sont universelles. Quasi tout le monde signerait une telle affirmation, du moins en théorie ; comment nier la portée universelle du Faust de Gœthe (peut-être l’écrivain européen le plus traduit dans les autres continents avec Homère et la Bible), des drames shakespeariens, de Joyce et de Dante. Les problèmes apparaissent peu après, quand on cherche à définir avec précision ce qui est universel et ce qui ne l’est pas.

  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (2) : L’Enfant Bleu d'Henry Bauchau


    L’Enfant Bleu, Henry BAUCHAU, Actes Sud, 2004

    Ce livre mérite qu’on s’y attarde….alors j’ai décidé de tenter de vous convaincre qu’il vaut la peine de prendre le temps de le lire. Je vous mets simplement en garde... il ne vous intéressera sans doute qu’à partir du moment où vous vous penchez sur des sujets tels que le pouvoir de la littérature, le langage poétique, le monde de l’enfance, de l’art, de la psychanalyse…en d’autres termes les domaines des sciences humaines tout particulièrement !

  • SUL MUSEO "QUAI BRANLY" (C. Palermo)


    Il 23 giugno 2006 Parigi ha inaugurato il museo Quai Branly. È passato più di un mese dall’evento, ma continua ad esserci una coda di più di un’ora quasi ogni giorno, davanti alle porte dell’edificio. Il progetto al di la delle polemiche che ha suscitato non lascia indifferenti.
  • UN’ESTATE ITALIANA ALLA “MAISON EUROPEENNE DE LA PHOTOGRAPHIE (C. Palermo)


    « La Maison européenne de la photographie » di Parigi ospita Un été italien, un’esposizione degli artisti italiani, che segnano l’identità artistica contemporanea del nostro paese nell’ambito della fotografia. I lavori recenti che questa mostra oggi riunisce affermano una vitalità e una creatività su cui si posa l’attenzione del pubblico con entusiasmo. Se la letteratura o il cinema italiani hanno già nutrito la produzione europea e hanno sempre ricevuto particolare attenzione, la produzione contemporanea italiana in questo settore riceve forse solo ora uno sguardo attento grazie a questo evento.
  • SEBASTIÃO SALGADO TERRITOIRES ET VIES (C. Palermo)


    Un omaggio alle diversità: così potrebbe essere definita l'opera fotografica di Sebastiao Salgado. In quello che è stato l'anno del Brasile, la Galleria Fotografica della Biblioteca Nazionale di Parigi ha allestito Territoires et vies, un lavoro che il fotografo brasiliano ha incentrato sull’evoluzione di terre e popoli. Alla ricerca estetica che ha caratterizzato tutta l'opera di Salgado, qui era associata un’indagine sull’uomo nel suo ambiente: territori, paesaggi, società come ritratti di un’evoluzione che è mostrata nei suoi contrasti.
  • ALCUNI APPUNTI PER UNA DISCOTECA POLIGLOTTA (L. Masi)


    Ovvero: come trovare buone canzoni non in lingua inglese senza doversi rifugiare nella musica etnica. Parte prima

    Il mercato obbliga spesso gli artisti pop non anglofoni a cantare le proprie canzoni in inglese, in cambio di qualche passaggio su MTV. Se per alcuni (come ad esempio gli scandinavi, per i quali l'inglese è quasi madrelingua) non sembra trattarsi di scelta forzata, per altri appare un tentativo patetico di conquistarsi qualche fan in più tra gli adolescenti “globalizzati”. Per far fare bella figura agli amanti della musica leggera che ancora amano ostentare (con o senza sussïego è affar loro) una conoscenza di realtà discografiche del tutto o quasi sconosciute ai propri compatrioti, mi permetto di segnalare qualche caso interessante di musicisti che non cantano in inglese.

  • LES PAGES MANQUANTES (A. Gobenceaux)


    …et si l’écriture n’était que la découverte de mes propres signes, de ma singularité perdue dans le chaudron commun, mon inlassable lutte, la résistance obstinée de tout mon être pour ne pas être l’autre ?

    Et si la lecture était indissociablement liée à cette quête singulière, repérage dans l’écriture de l’autre de ce qui me fait être moi : sortir, exister ?

  • BIBLIOGRAPHIE (1)


    Sur Michel Butor, G. Perec, L'espace littéraire, Voici les ouvrages du biblioforum liés à la littérature que nous avons mis en lignes ces derniers mois.
  • 3 ECRIVAINS VOYAGEANT EN ITALIE : Hippolyte TAINE, André SUARÈS et Jean GIONO (N. Gobenceaux)


    Le voyage en Italie a été, aux XVIIIè et XIXè siècles un itinéraire obligé pour les gens de culture. Stendhal, Chateaubriand, Zola et bien d’autres encore ont effectué ce voyage. Les trois auteurs présenté ici ont fait un périple dans la péninsule au moment où le « grand tour » commençait à laisser place aux débuts du tourisme, c’est-à-dire à la fin du XIXè et au début du XXè siècle.
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (4) : Ouest de François Vallejo


    Parler d’un livre qui est paru il y a déjà plus d’un an en évitant les redites n’est pas chose facile. Pourtant ce livre mérite que l’on s’y arrête pour ceux qui ne le connaissent pas encore et que l’on y revienne pour ceux qui l’ont lu. François Vallejo est un auteur discret, qui prend son temps pour se faire une place dans le petit monde littéraire. La critique est unanime pour souligner son talent et c’est amplement mérité à la lecture de ce livre. Ouest est (déjà) son septième roman...
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (5) : Les accommodements raisonnables de Jean-Paul Dubois


    Il est étonnant de voir que dans ce livre on retrouve tous les ingrédients disséminés dans l’ensemble de l’œuvre* de Jean-Paul Dubois et qui font la réputation de cet écrivain, sa marque de fabrique, son style, son empreinte. On retrouve la crise existentielle que traverse le personnage principal dans Kennedy et moi, la réflexion et le regard d’un étranger sur la société américaine (L’Amérique m’inquiète) et enfin la politique française de Une vie française. Jean-Paul Dubois est un auteur qui écrit depuis une vingtaine d’années maintenant
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (7) : La plage du Chesil de Ian McEwan


    Après avoir passé son enfance à voyager pour suivre son père officier britannique, en autre en Extrême-Orient et en Allemagne, Ian McEwan a fait des études à l’université du Sussex. C’est durant les années 1970 qu’il publie ses premiers ouvrages, deux recueils de nouvelles qui paraîtront en France au début des années 1980 (mais curieusement pas dans leur intégralité). Ses sujets de prédilections sont surtout...
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (8) : Chaos calme de Sandro Veronesi


    Sandro Veronesi encore méconnu en France est un auteur à succès dans son pays, l’Italie, où plusieurs de ses romans ont remporté des prix. Il a été traduits dans une quinzaine de langues. Il est né en 1959 à Florence, son frère Giovani est réalisateur. Chaos calme est seulement son troisième roman traduit en français après Vagualames en 1993 et La force du passé en 2000. Il s’est vu décerné le prix Strega en 2006 en Italie et les Prix Méditerranée et Médicis étranger en 2008 en France.
  • HONORE DE BALZAC ET LE JOURNALISME (N. Gobenceaux)


    Honoré de Balzac est principalement connu pour sa Comédie Humaine, qui représente ses œuvres presque complètes en quelque sorte. Presque car il a écrit aussi une dizaine de pièces de théâtre (le summum étant à l’époque d’avoir du succès sur les planches, vous imaginez que l’écrivain dont l’un des bonheurs était d’illustrer le nom de Balzac se soit donc lancé dans l’écriture de pièces, (malheureusement il n’eut pas vraiment le succès escompté, et lorsqu’il s’en approchat, la révolution de 1848 vint faire avorter tout cela)).
  • EXPOSITION « QUINTET » AU MUSEE D’ART CONTEMPORAIN DE LYON


    Stéphane Blanquet, Francis Masse, Joost Swarte, Gilbert Shelton et Chris Ware.
    5 auteurs de bande dessinée Depuis sa création, le Musée d’art contemporain de Lyon (Mac Lyon) s’est intéressé à la bande dessinée, en proposant en 1984 des murs peints dans les rues de Lyon, suivi deux ans plus tard de 17 illustrations sur les camions de collecte des ordures ménagères du Grand Lyon, et plus récemment, en cette fin de millénaire, avec l’organisation de deux festivals : Cent millions d’images et Cent millions d’étoiles. C’est dans cette continuité que le Mac Lyon présente aujourd’hui l’exposition Quintet

  • ETAT DES LIEUX D’UN CINEMA EUROPEEN (D. Goulois)


    Peut-on parler aujourd’hui d’un cinéma Européen ? Cette question est bien légitime à l’heure où l’on pose les premières fondations d’une politique européenne commune à grande échelle. Pour le moment, à la vue du bilan que l’on peut dresser de l’année qui vient de s’achever, c’est encore prématuré. Même s’il existe des collaborations entre pays européens celles-ci ne sont pas encore suffisantes pour parler d’une réelle politique commune de production de films. D’ailleurs...






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