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Arte dei popoli • Arts des peuples

Les arts tiennent une place centrale dans l'idée de culture. Cet espace est consacré aux arts des peuples européens .

Uno spazio dedicato all’arte, che della cultura è ingrediente principale, tanto che spesso arte e cultura si identificano, assume in questa rivista una particolare rilevanza: Riflettiamo dunque sulla creatività come risposta alle situazioni difficili che purtroppo non mancano mai né dentro di noi né nel mondo che ci circonda.
 


UN’ESTATE ITALIANA ALLA “MAISON EUROPEENNE DE LA PHOTOGRAPHIE (C. Palermo)

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    « La Maison européenne de la photographie » di Parigi ospita Un été italien, un’esposizione degli artisti italiani, che segnano l’identità artistica contemporanea del nostro paese nell’ambito della fotografia. I lavori recenti che questa mostra oggi riunisce affermano una vitalità e una creatività su cui si posa l’attenzione del pubblico con entusiasmo. Se la letteratura o il cinema italiani hanno già nutrito la produzione europea e hanno sempre ricevuto particolare attenzione, la produzione contemporanea italiana in questo settore riceve forse solo ora uno sguardo attento grazie a questo evento.

    La nostra visita inizia con una piccola sala dedicata a Francesco Iodice e ai suoi lavori riuniti nella serie “Crossing”. Si tratta di un architetto di formazione che si consacra al paesaggio urbano e alla sua relazione con l’individuo, all’influenza dell’architettura sul comportamento. Queste fotografie hanno una grandezza naturale e riprendono persone che camminano in maniera spontanea verso la macchina senza sapere di essere ritratte. La città in cui si esegue il lavoro è Milano, sono ritratte persone che camminano nelle strade del centro. Si tratta di gente che vive il suo quotidiano, raffigurata nella banalità dei loro gesti. Le loro foto sono poi avvicinate in una continuità che interroga lo spazio che attraversano: la loro estraneità, l’estraneità delle persone ritratte nel loro avvicinamento artificiale riproduce una sorta di estraneità rispetto al paesaggio che occupano. La stessa indagine su questa relazione con lo spazio urbano è affrontata con un lavoro di video istallazione intitolato “Secret Traces. New York, Milano, Perth, Napoli, Ostende 1999-2005”. Nel video si ricostruisce la banalità di un’azione, di un percorso, in un momento in cui i soggetti non sanno di essere ripresi. I protagonisti del film sono dei personaggi che restano nel loro anonimato, mentre l’attenzione dello spettatore incontra una semplice strada, un parcheggio, dei cartelli, cabine del telefono. Non c’è niente di lirico nella meta da raggiungere né nel percorso descritto. La comparazione degli ambienti che risulta lascia emergere un senso di estraneità che trascina i protagonisti verso “lo sconosciuto”.


    In altre due piccole sale in basso ci spostiamo per la visita a Cuba di Angel Marcos. L’artista è anche archeologo e porta alla città dell’Avana il suo sguardo che ne traccia la storia, riportando alla luce i particolari di una città “fantasma”. La sua attenzione interroga lo spazio urbano nella sua incoreanza e nel suo coesistere con ciò che in quello spazio resta come addormentato. Il suo lavoro si rivolge a Cuba come ad una moderna Pompei o una nuova Ercolano. Le facciate degli edifici sembrano avere le decorazioni di un teatro, a volte sembrano dei resti in rovina, le loro mura hanno icone sbiadite, altre costruzioni fanno vivere una storicità che si confonde del moderno. L’incoerenza del paesaggio è catturata dallo sguardo del fotografo nel traffico su uno sfondo di edifici che sembrano abbandonati, appartenenti a una città disabitata, nel deserto che si popola di icone. A queste indagine, nel paesaggio urbano si aggiungono le suggestive immagini del mare, un pescatore con mezzi rudimentali. Angel Marcos restituisce con il suo sguardo una città che resta fuori dal tempo.


    Ironica e inattesa troviamo nella sala superiore l’esposizione di Patrizia Manna. Si tratta di una parte della serie intitolata “Etranges etrangers”. Ogni anno “La maison européenne de la photographie chiede ad un artista di realizzare ad un artista straniero un lavoro sulla sua comunità a Parigi. Il reportage di Patrizia Manna si rivolge a categorie diverse di itlaiani che hanno trovato al loro affermazione nella capitale francese o a personaggi che sebbene nati ormai in Francia mostrano ancora un legame con le loro origini. In questo esodo contemporaneo non è la necessità che conduce fuori dal proprio paese ma la speranza di un nuovo destino “la buona ventura”. I suoi personaggi sono galleristi, un sommelier, artisti, ambasciatori ecc. Tutti ritratti con una didascalia che ci indica la loro professione e la loro origine. Abilmente le foto immortalano i gesti della professione, gli atelier che rappresentano i personaggi o si soffermano sui sorrisi soddisfatti che presentano questa comunità di “strani stranieri”.


    Il secondo piano dell’esposizione è dedicato a Gabriele Basilico. Il suo lavoro si rivolge al paesaggio urbano, alla città come alla periferia in un’indagine sul territorio. L’artista è un architetto di formazione che si è interessato alla fotografia inizialmente per il giornalismo. Successivamente nel suo percorso lo spazio e l’indagine sullo spazio urbano ha sostituito la ricerca dell’evento. Nel suo lavoro tutto è assorbito dal paesaggio e si rende testimonianza della vita propria alla città, la “realtà” della sua immagine, è restituita dallo sguardo del fotografo.

    Nella ricerca dell’evento la dimensione che domina è la velocità, tutto è come in corsa e da questa corsa deve emergere il momento decisivo. Nelle foto di Basilico al contrario tutto si trova già nel paesaggio e non c’è modo di scorrerlo con la fotografia se non in maniera lenta, con lo scopo di penetrarlo mentre lo si abbraccia da lontano o nel particolare.

    Troviamo così delle prese dall’alto di Napoli o Milano. La prospettiva ci da la sensazione che tutto stia per capovolgersi verso di noi. La città è osservata nel suo insieme come qualcosa di animato e fragile. Altri particolari rivelano l’analisi del paesaggio da punto di vista sociale e economico. Grandi formati in bianco e nero sono testimonianza dell’anatomia urbana rappresentando dei cartelli, delle strade come vediamo su delle foto di Losanna. Altre volte le rovine sono ritratte nella loro desolazione come nella serie dedicata a Beyrouth.

    Domina invece lo sguardo sui contrasti nella serie dedicata a Berlino o New York. Qualche fotografia a colori alterna i formati in bianco e nero. Le prese dall’alto sull’intera città si alternano a quelle sui piccoli dettagli. Tutto rivela il particolare e viceversa, il particolare può farci scoprire l’insieme. Così il centro e la periferia si alternano in un'unica definizione dell’identità territoriale data nelle differenze e nelle trasformazioni che la caratterizzano. Basilico esplora l’architettura degli edifici, i cambiamenti dati dalle prospettive e dai momenti diversi in cui si osserva, diventa lirico nello sguardo su un bivio, una strada deserta o nei giochi di luce prodotti nel buio della notte.

    La città nel traffico o tra le sue rovine è sempre qualcosa di vissuto che lo sguardo attento dell’artista restituisce mostrando i suoi equilibri e le sue contraddizioni.

    Questa esposizione riunisce le tappe più importanti della produzione di Basilico con fotografie dal 1980 al 2005 mentre parallelamente a questo evento le gallerie VU e Anne Berrault ospitano altri lavori dell’artista a Parigi.


    Il terzo piano della MEP, propone infine la scoperta della collezione Anna Rosa e Giovanni Cotroneo. Si tratta di una selezione di opere tra le quali parti di alcune serie di Giacomelli come “teatro della neve”, “non ho mani che mi accarezzano” e “la buona terra” con dei piccoli formati in bianco e nero pieni di poesia.

    Emerge la presenza di Mimmo Jodice con delle riprese oniriche tracciate attraverso oggetti del quotidiano in movimento, animali, oggetti da cucina. La serie “mediterraneo” gioca invece con il bianco nero e gli effetti di luce di una testa di bronzo romana. Proseguendo incontriamo i grandi nomi della fotografia italiana, come Ghirri, Mussat Sartor, Scianna, Silvio Wolf e altri. Infine, un’istallazione inedita di Alfredo Pirri.

    Tra astrazioni e ritorni a forme di rappresentazione più realiste si offre ai visitatori una raccolta di opere d’eccezione.


    Chiara PALERMO



     

Tutti gli articoli

  • Introduzione alla Rubrica


    Uno spazio dedicato all’arte, che della cultura è ingrediente principale, tanto che spesso arte e cultura si identificano, assume in questa rivista una particolare rilevanza. Fatti quindi i migliori auguri a «Culture a Confine» e detto che per me è un onore essere stato chiamato a far parte della squadra, vorrei subito spendere due parole su un argomento di cui in questo momento mi preme molto parlare: la creatività come risposta alle situazioni difficili che purtroppo non mancano mai né dentro di noi né nel mondo che ci circonda.
  • LETTERATURA E MULTICULTURALISMO : IL CANONE / LITTERATURE ET MULTICULTURALISME : LE CANON (M. Bortolon)


    Le grandi opere d'arte sono universali. Quasi tutti sottoscriverebbero tale affermazione, almeno in teoria; come negare la portata universale del Faust di Goethe (forse l'europeo più tradotto negli altri continenti, a parte Omero e la Bibbia), dei drammi shakespeariani, di Joyce e Dante?

    Les grandes œuvres d’art sont universelles. Quasi tout le monde signerait une telle affirmation, du moins en théorie ; comment nier la portée universelle du Faust de Gœthe (peut-être l’écrivain européen le plus traduit dans les autres continents avec Homère et la Bible), des drames shakespeariens, de Joyce et de Dante. Les problèmes apparaissent peu après, quand on cherche à définir avec précision ce qui est universel et ce qui ne l’est pas.

  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (2) : L’Enfant Bleu d'Henry Bauchau


    L’Enfant Bleu, Henry BAUCHAU, Actes Sud, 2004

    Ce livre mérite qu’on s’y attarde….alors j’ai décidé de tenter de vous convaincre qu’il vaut la peine de prendre le temps de le lire. Je vous mets simplement en garde... il ne vous intéressera sans doute qu’à partir du moment où vous vous penchez sur des sujets tels que le pouvoir de la littérature, le langage poétique, le monde de l’enfance, de l’art, de la psychanalyse…en d’autres termes les domaines des sciences humaines tout particulièrement !

  • SUL MUSEO "QUAI BRANLY" (C. Palermo)


    Il 23 giugno 2006 Parigi ha inaugurato il museo Quai Branly. È passato più di un mese dall’evento, ma continua ad esserci una coda di più di un’ora quasi ogni giorno, davanti alle porte dell’edificio. Il progetto al di la delle polemiche che ha suscitato non lascia indifferenti.
  • UN’ESTATE ITALIANA ALLA “MAISON EUROPEENNE DE LA PHOTOGRAPHIE (C. Palermo)


    « La Maison européenne de la photographie » di Parigi ospita Un été italien, un’esposizione degli artisti italiani, che segnano l’identità artistica contemporanea del nostro paese nell’ambito della fotografia. I lavori recenti che questa mostra oggi riunisce affermano una vitalità e una creatività su cui si posa l’attenzione del pubblico con entusiasmo. Se la letteratura o il cinema italiani hanno già nutrito la produzione europea e hanno sempre ricevuto particolare attenzione, la produzione contemporanea italiana in questo settore riceve forse solo ora uno sguardo attento grazie a questo evento.
  • SEBASTIÃO SALGADO TERRITOIRES ET VIES (C. Palermo)


    Un omaggio alle diversità: così potrebbe essere definita l'opera fotografica di Sebastiao Salgado. In quello che è stato l'anno del Brasile, la Galleria Fotografica della Biblioteca Nazionale di Parigi ha allestito Territoires et vies, un lavoro che il fotografo brasiliano ha incentrato sull’evoluzione di terre e popoli. Alla ricerca estetica che ha caratterizzato tutta l'opera di Salgado, qui era associata un’indagine sull’uomo nel suo ambiente: territori, paesaggi, società come ritratti di un’evoluzione che è mostrata nei suoi contrasti.
  • ALCUNI APPUNTI PER UNA DISCOTECA POLIGLOTTA (L. Masi)


    Ovvero: come trovare buone canzoni non in lingua inglese senza doversi rifugiare nella musica etnica. Parte prima

    Il mercato obbliga spesso gli artisti pop non anglofoni a cantare le proprie canzoni in inglese, in cambio di qualche passaggio su MTV. Se per alcuni (come ad esempio gli scandinavi, per i quali l'inglese è quasi madrelingua) non sembra trattarsi di scelta forzata, per altri appare un tentativo patetico di conquistarsi qualche fan in più tra gli adolescenti “globalizzati”. Per far fare bella figura agli amanti della musica leggera che ancora amano ostentare (con o senza sussïego è affar loro) una conoscenza di realtà discografiche del tutto o quasi sconosciute ai propri compatrioti, mi permetto di segnalare qualche caso interessante di musicisti che non cantano in inglese.

  • LES PAGES MANQUANTES (A. Gobenceaux)


    …et si l’écriture n’était que la découverte de mes propres signes, de ma singularité perdue dans le chaudron commun, mon inlassable lutte, la résistance obstinée de tout mon être pour ne pas être l’autre ?

    Et si la lecture était indissociablement liée à cette quête singulière, repérage dans l’écriture de l’autre de ce qui me fait être moi : sortir, exister ?

  • BIBLIOGRAPHIE (1)


    Sur Michel Butor, G. Perec, L'espace littéraire, Voici les ouvrages du biblioforum liés à la littérature que nous avons mis en lignes ces derniers mois.
  • 3 ECRIVAINS VOYAGEANT EN ITALIE : Hippolyte TAINE, André SUARÈS et Jean GIONO (N. Gobenceaux)


    Le voyage en Italie a été, aux XVIIIè et XIXè siècles un itinéraire obligé pour les gens de culture. Stendhal, Chateaubriand, Zola et bien d’autres encore ont effectué ce voyage. Les trois auteurs présenté ici ont fait un périple dans la péninsule au moment où le « grand tour » commençait à laisser place aux débuts du tourisme, c’est-à-dire à la fin du XIXè et au début du XXè siècle.
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (4) : Ouest de François Vallejo


    Parler d’un livre qui est paru il y a déjà plus d’un an en évitant les redites n’est pas chose facile. Pourtant ce livre mérite que l’on s’y arrête pour ceux qui ne le connaissent pas encore et que l’on y revienne pour ceux qui l’ont lu. François Vallejo est un auteur discret, qui prend son temps pour se faire une place dans le petit monde littéraire. La critique est unanime pour souligner son talent et c’est amplement mérité à la lecture de ce livre. Ouest est (déjà) son septième roman...
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (5) : Les accommodements raisonnables de Jean-Paul Dubois


    Il est étonnant de voir que dans ce livre on retrouve tous les ingrédients disséminés dans l’ensemble de l’œuvre* de Jean-Paul Dubois et qui font la réputation de cet écrivain, sa marque de fabrique, son style, son empreinte. On retrouve la crise existentielle que traverse le personnage principal dans Kennedy et moi, la réflexion et le regard d’un étranger sur la société américaine (L’Amérique m’inquiète) et enfin la politique française de Une vie française. Jean-Paul Dubois est un auteur qui écrit depuis une vingtaine d’années maintenant
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (7) : La plage du Chesil de Ian McEwan


    Après avoir passé son enfance à voyager pour suivre son père officier britannique, en autre en Extrême-Orient et en Allemagne, Ian McEwan a fait des études à l’université du Sussex. C’est durant les années 1970 qu’il publie ses premiers ouvrages, deux recueils de nouvelles qui paraîtront en France au début des années 1980 (mais curieusement pas dans leur intégralité). Ses sujets de prédilections sont surtout...
  • PETITE BIBLIOTHÈQUE EUROPÉENNE (8) : Chaos calme de Sandro Veronesi


    Sandro Veronesi encore méconnu en France est un auteur à succès dans son pays, l’Italie, où plusieurs de ses romans ont remporté des prix. Il a été traduits dans une quinzaine de langues. Il est né en 1959 à Florence, son frère Giovani est réalisateur. Chaos calme est seulement son troisième roman traduit en français après Vagualames en 1993 et La force du passé en 2000. Il s’est vu décerné le prix Strega en 2006 en Italie et les Prix Méditerranée et Médicis étranger en 2008 en France.
  • HONORE DE BALZAC ET LE JOURNALISME (N. Gobenceaux)


    Honoré de Balzac est principalement connu pour sa Comédie Humaine, qui représente ses œuvres presque complètes en quelque sorte. Presque car il a écrit aussi une dizaine de pièces de théâtre (le summum étant à l’époque d’avoir du succès sur les planches, vous imaginez que l’écrivain dont l’un des bonheurs était d’illustrer le nom de Balzac se soit donc lancé dans l’écriture de pièces, (malheureusement il n’eut pas vraiment le succès escompté, et lorsqu’il s’en approchat, la révolution de 1848 vint faire avorter tout cela)).
  • EXPOSITION « QUINTET » AU MUSEE D’ART CONTEMPORAIN DE LYON


    Stéphane Blanquet, Francis Masse, Joost Swarte, Gilbert Shelton et Chris Ware.
    5 auteurs de bande dessinée Depuis sa création, le Musée d’art contemporain de Lyon (Mac Lyon) s’est intéressé à la bande dessinée, en proposant en 1984 des murs peints dans les rues de Lyon, suivi deux ans plus tard de 17 illustrations sur les camions de collecte des ordures ménagères du Grand Lyon, et plus récemment, en cette fin de millénaire, avec l’organisation de deux festivals : Cent millions d’images et Cent millions d’étoiles. C’est dans cette continuité que le Mac Lyon présente aujourd’hui l’exposition Quintet

  • ETAT DES LIEUX D’UN CINEMA EUROPEEN (D. Goulois)


    Peut-on parler aujourd’hui d’un cinéma Européen ? Cette question est bien légitime à l’heure où l’on pose les premières fondations d’une politique européenne commune à grande échelle. Pour le moment, à la vue du bilan que l’on peut dresser de l’année qui vient de s’achever, c’est encore prématuré. Même s’il existe des collaborations entre pays européens celles-ci ne sont pas encore suffisantes pour parler d’une réelle politique commune de production de films. D’ailleurs...






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